venerdì 17 luglio 2015

Puzzle spirituali

La mia memoria funziona in un modo davvero strano, mai come ultimamente me ne rendo conto. Sono capace di leggere un nome e dimenticarmene all'istante, di non ricordare il titolo di un film che amo e che ho visto dieci volte, sono capace di incepparmi nelle parole di canzoni che ascolto da anni, di non ricordarmi parole in inglese che uso tutti i giorni... Piuttosto frustrante.  Su quattro figli due sono dislessici certificati, hanno problemi di memorizzazione e uno dei due in particolare negli automatismi.  Ecco una spiegazione razionale alle mie difficoltà. Ma  il  Signore, come dice un famoso versetto,  ci ha dato dei limiti affinchè umiliandoci  le cose deboli diventino forti per noi. So che il Signore mi ha dato questo limite per molti scopi. Molti ancora non li conosco ma uno di questi è davvero bellissimo. Avevo dimenticato gran parte della mia infanzia, nella mia mente erano rimaste solo delle immagini, dei momenti precisi che però non mi sembravano così rilevanti. Perchè ricordavo quello e non altro? Me lo ero sempre chiesta.  Ma ora comincio a capire che quello non era altro che un modo in cui il Signore mi stava dando delle tracce, delle indicazioni per formare un vero e proprio "puzzle spirituale"  che tra tanti ricordi si sarebbero persi e non avrebbero avuto tanto risalto.  Ne ho tanti di episodi che testimoniano questo nella mia vita, molti sono davvero preziosi per me, come questo. Quando ero una bambina avevo un amico, un compagno di classe, con cui mi trovavo spesso a giocare perchè i nostri padri lavoravano nella stessa ditta. Così, essendo i nostri genitori diventati amici, spesso andavamo a casa loro. Ricordo che mi piaceva tantissimo andare a trovarli specialmente quando si trasferirono in una nuova grande casa dove io, il mio amico e sua sorella giocavamo potevamo giocare ore insieme. Se dico che non ricordo a cosa giocavamo? Niente. Eppure ci siamo frequentati per anni. E so che ci divertivamo un sacco. Ma l'unico vero ricordo che ho appartiene a un solo giorno, un solo momento. E lì ricordo il gioco. Avrò avuto credo non più di 9 o 10 anni. Giocavamo a un gioco in cui dovevamo indovinare le capitali del mondo. E di tutto quello mi ricordo solo un momento: quando lessi il nome di una città che suscito' in me una simpatia così grande che  ho solo l'immagine di quel nome e di me che comicio  a ripeterlo ad alta voce così tante volte in quel giorno  che anche i miei genitori lo memorizzarono.  Non solo. In casa mia per anni  diventò un vero e proprio tormentone. "Qual è la capitale dell'Honduras? Tegucigalpa!" Ma quante volte l'avremo ripetuto ridendo? Per anni mi sono vantata con fierezza di questa mia conoscenza sognando ad occhi aperti di partecipare a un quiz televisivo che mi ponesse la domanda " Qual è la capitale dell'Honduras ?" e io fiera e sorridente rispondere: Tegucigalpa!! Perchè una parola ebbe il potere di suscitare in me una sorta di simpatia, quasi fosse magica? Dopo tanti anni credo di aver capito. E' per lo stesso motivo per cui anni fa vedendo per la prima volta il tempio a Salt Lake City d'istinto desiderai di entrarci senza sapere nemmeno cosa fosse. E' per lo stesso motivo per cui lessi la parola "missione" in un'azienda di Provo e io dissi all'amico che avevo accanto  a me; "Per me non è solo un termine economico, sento che c'è qualcosa di più".  E' per lo stesso motivo per cui non parlo spagnolo ma la prima parola pronunciata nella mia vita è stata .. agua. E ' perchè a volte il velo della dimenticanza si assottiglia e il Signore ci mostra alcuni pezzetti che comporranno la nostra vita. Io lo chiamo "puzzle spirituale". Più pezzi riusciamo a riconoscere, più ne riusciamo a sistemare al posto giusto, più appare la magia di un piano che un giorno Lassù ci apparirà meravigliosamente comprensibile. Un giorno andrò a Tegucigalpa e farò la foto davanti all'insegna della città. Lo devo a quella bambina che saltava ridendo, ripetendo quel nome. Per ora mi "accontento" di rimanere qui e  spiegare con gioia cosa è successo anni dopo quel famoso giorno.  E' successo che adesso amo l'Honduras .  In questi ultimi anni "casualmente" uno dopo l'altro molti honduregni  sono entrati a far parte della mia vita. Io voglio loro davvero molto bene, mi fanno sempre sentire viziata e coccolata, nonostante molti di loro non li abbia ancora incontrati di persona. Amo la loro solarità, allegria, ospitalità e soprattutto la loro dolcezza, una qualità che veramente li caratterizza e che non ho mai trovato così evidente e diffusa in altre culture. Ho mille storie adesso legate all'Honduras e, come disse una delle mie più care amiche catrache: "Ele, questa storia sembra un libro già scritto!".  Gli occhi dei bambini honduregni mi fanno letteralmente sciogliere come neve al sole, così come il prezioso affetto della mia "sorella gemella" nata a La Ceiba,  delle mie amiche honduregne che, vivendo da anni in Italia, parlano con l'accento toscano,  della mia amica di San Pedro Sula con cui siamo state capaci di ridere fino alle lacrime, della mia amica italiana che ha deciso di andare a vivere a Tegus e quando parla dell'Honduras le brillano gli occhi (aspetto un suo commento in catracho!), di tutti quelli che mi aspettano lì, del dolcissimo signore che ha scritto che illumino due continenti e per cui non trovo parole sufficienti per esprimergli la mia gratitudine e il  mio affetto, non solo per quello. Ci credo che quella bambina fosse così felice trovandosi di fronte l'Honduras: aveva ricordato il suo futuro. Così come anni dopo lo riconobbe nel tempio e nella parola "missione" mesi prima di battezzarsi nella Chiesa di Gesù Cristo dei santi degli ultimi giorni. Mi mancano ancora tanti pezzi per completare il mio "puzzle spirituale" ma sono felice. Tutto questo non fa altro che confermarmi quanta magia esiste, se la vogliamo vedere, in questa seppur breve vita sulla terra.

Eleonora






Consiglio a tutti intanto di andare a leggere e documentarsi su questo meraviglioso paese, l'Honduras, sulla sua storia, la sua gente, le tradizioni, il cibo. Se non sapete da dove cominciare potete farlo da qui. Chi ha scritto questo libro è "il dolcissimo signore" che io stimo e ammiro anche  per il suo bagaglio culturale.  E' un profondo conoscitore ed estimatore del paese anche perchè, cosa non trascurabile, deve all'Honduras tutto il suo retaggio. 

http://www.amazon.it/Honremos-nuestra-Honduras-Spanish-Wilfredo-ebook/dp/B00WHUPDSU/ref=sr_1_1?ie=UTF8&qid=1437122656&sr=8-1&keywords=wilfredo+mayorga+alonzo








giovedì 16 luglio 2015

ROMPECABEZAS ESPIRITUAL


Mi memoria funciona en un modo muy extraño, como  últimamente me doy cuenta. Puedo leer un nombre y al instante me olvido, no recuerdo el título de una película que me encanta y he visto diez veces, son capaces de incepparmi en las palabras de las canciones que escuchan desde hace años, no recuerdo las palabras en inglés que utilizo todos los dìas, es frustrante. Dos de mis 4 niños son certificados disléxicos, tienen problemas de memoria y una de dos en particular en los sistemas de automatización. He aquí una explicación racional para mis problemas. Pero el Señor, como dice un famoso verso, nos dio los límites para hacer que seamos humildes y que las cosas débiles sean fuertes para nosotros. Yo sé que el Señor me ha dado este límite para muchos propósitos. Muchos todavía no saben , pero uno de ellos es realmente hermoso. Me había olvidado gran parte de mi infancia, en mi mente estaban sólo las imágenes, los momentos precisos, pero no parece tan importante. Porque me acordé de eso y nada más? Yo siempre me he preguntado. Pero ahora empiezo a entender que esto no era más que una forma en la que el Señor me estaba dando las pistas, indicaciones para formar un verdadero "rompecabezas espiritual" que entre tantos recuerdos se perdería y no habría tenido tanto protagonismo. Tengo tantos episodios que dan testimonio de esto en mi vida, muchos son realmente preciosos para mí, así. Cuando yo era un niña yo tenía un amigo, un compañero de clase, con la que yo estaba jugando a menudo porque nuestros padres trabajaron en la misma empresa. Así, desde que nuestros padres se hicieron amigos, a menudo nos fuimos a su casa. Recuerdo que me gustaba mucho ir para encontrarlos especialmente cuando se mudaron a una nueva casa grande donde yo, mi amigo y su hermana estabamos jugando, podìamos jugar durante horas Si digo que no recuerdo lo que jugamos? Nada. Sin embargo, nos frecuentamos durante años. Y sé que me divertí mucho. Pero el único recuerdo real que tengo es de sólo un día, un momento. Creo que debì haber tenido de 9 o 10 años. Jugamos un juego en el que teníamos que adivinar las capitales del mundo. Y todo lo que recuerdo es un momento cuando leí el nombre de una ciudad que causò 'en mí una simpatía tan grande que sólo la imagen de ese nombre y de mì que comenzè a repetir ese nombre en voz alta tantas veces que mis padres memorizzarono. No solo. En mi casa desde hace años se convirtió en una pesadilla. "¿Cuál es la capital de Honduras? Tegucigalpa!" Pero, ¿cuántas veces hemos repetido riendo? Durante años me jactaba con orgullo de mi conocimiento soñar despierto a participar en un programa de juegos que me gustaría poner la pregunta "¿Cuál es la capital de Honduras?" y estoy orgulloso de la respuesta y la sonrisa: Tegucigalpa !! Debido a que una palabra tiene el poder de inspirar en mí una especie de simpatía, como la magia? Después de tantos años creo que entiendo. Es por la misma razón que hace años ver por primera vez el templo en Salt Lake City deseaba instintivamente a entrar sin saber siquiera lo que era. Es por la misma razón por la que leer la palabra "misión" en una compañía en Provo y me dijo que yo era su amigo a mi lado; "Para mí sólo hay un término económico, siento que hay algo más." E 'por la misma razón por la que no hablo español, pero la primera palabra pronunciada en mi vida fue .. agua. Y 'porque a veces el velo del olvido se desvanece y el Señor nos muestra algunas piezas que compondrán nuestras vidas. Yo lo llamo "rompecabezas espiritual." Más piezas no reconocen, por lo que puede organizar el lugar correcto, la magia aparece más de un plan de un día allí miraremos maravillosamente comprensible. Un día voy a ir a Tegucigalpa y voy a mantener la imagen en frente de la bandera de la ciudad. Se lo debo a esa pequeña niña saltando, riendo, repitiendo ese nombre. Por ahora me conformo" por estar aquí y explicar con alegría lo que sucedió años después de aquel famoso día. Éxito E 'que ahora me encanta Honduras. En los últimos años "accidentalmente" uno tras otro muchos hondureños se han convertido en parte de mi vida.Los quiero mucho, siempre me hacen sentir mimada y consentida, a pesar de que a muchos de ellos no los he conocido en persona. Me encanta su luminosidad, alegría, hospitalidad y, sobre todo, su dulzura, una cualidad que realmente les caracteriza y nunca me pareció tan evidente y generalizada en otras culturas. Tengo muchas historias relacionadas con Honduras y ahora, como le dijo a uno de mis amigos más queridos catrache: ". Ele, esta historia parece haber escrito un libro" Ojos de los niños hondureños hacen que me derrita literalmente como la nieve al sol, así como el precioso amor de mi "hermana gemela" nació en La Ceiba, mis amigos hondureños que, viviendo durante años en Italia, hablan con el acento toscano, el Mi amigo de San Pedro Sula con la que hemos sido capaces de reír hasta las lágrimas, mi amigo italiano que decidió ir a vivir en Tegus y cuando habla de Honduras le brillan los ojos (busque en su comentario catracho!), de todos los que están esperando para mí no, las damas dulces que escribieron que iluminan dos continentes y por qué no pueden encontrar suficientes palabras para expresar mi gratitud y mi afecto, no sólo por eso. Yo creo que este niño estaba tan feliz cuando se enfrenta Honduras: se acordó de su futuro. Así como años más tarde lo reconocieron en el templo y en la palabra meses "misión"meses antes de ser bautizada en la Iglesia de Jesucristo de los Santos de los Últimos Días. Todavía echo muchas piezas para completar mi "rompecabezas espiritual", pero estoy feliz. Todo esto  confirma la cantidad de magia ahí, si queremos ver, incluso en esta corta vida en la tierra.

Eleonora






Recomiendo a todos mientras de leer e informarse sobre este maravilloso país, Honduras, su historia, su gente, tradiciones, comida. Si usted no sabe por dónde empezar, puede hacerlo aquí. ¿Quién escribió este libro es "es dulce Senor" que respeto y admiro él por su origen cultural. Es un gran conocedor y admirador del país también porque, por último pero no menos importante, en caso de Honduras todos sus antecedentes.
http://www.amazon.com/Honremos-nuestra-Honduras-Spanish-Wilfredo-ebook/dp/B00WHUPDSU/ref=sr_1_fkmr0_1?ie=UTF8&qid=1437089615&sr=8-1-fkmr0&keywords=wilfredo+mayorga+alonzo


mercoledì 8 luglio 2015

A WHITE SPACE

This is something that happened to Tiziano, a friend of mine.

It is something that he wanted to share publicly and for this reason I am grateful, and also, because this is really worthwhileand concerns everybody.


"Now that some time has passed, I can tell the story. Yesterday morning my 10 year old son Ale and I were going to Lisanza for a sailing course. Just before we arrived at our destination, a FiatPunto suddenly slammed on its brakes in front of us. I tried to avoid it by moving over, but the driver just opened the door andI quickly braked my carI honked but it seemed like he hadn’t seen me. Then he shouted and swore at me. Exercising self-control because my son was with me, I asked: “Are you crazy”? Then I saw him running towards the closest lawn and putting his hands on his head. I had to make a maneuver to get around himbecause he had blocked traffic. Meanwhile I said something that I did not remember  The woman sitting next to the driver got out of the car and came close to my window and said: "Excuse us, we just got a call that there has been an accident and our daughter is dead.”

barely managed to tell her: "I'm sorry.” I felt worse than I ever had for insulting that poor father."


He adds:


"Moral of the story: I think I'm a person who seeks to justify theactions and words of others even when it is hard. Well, I do not do it enough."


cried after reading this story, I really cried. I wrote back to my friend that I was moved. But it was more than that. I had a feeling like, "Eleonora, come down from the pedestal and look around".

I wanted to write a world of words inspired by this fact, but instead of that I leave a blank space so that each of us can stop in this white space and fill it out with our own reflection andlook around, to see where we want our road to take us. We always need a white space to remind us that we do not do enough.


Eleonora 



Kindly translated by my friend Milca Pessetto. :) 

lunedì 6 luglio 2015

Il "mio" scrivere

Amo scrivere.
Lo amavo immensamente anche quando ero una bambina. A scuola scrivere i temi era per me prendere una boccata d'aria. Respiravo creativita' pura. Ma probabilmente non mi ero mai resa conto di quanto. E di quanto questo facesse parte di me. 
Il merito lo devo moltissimo alla mia maestra elementare, la signora Rosa. Lei incoraggiava e lasciava libera la mia creativita'. Lei era cosi' entusiasta di cio' che scrivevo che mi mandava a leggere le mie "opere" anche nelle altre classi. Ero una bambina timidissima e quello era il modo in cui potevo uscire e dare, a me e agli altri. Alle scuole medie questo e' continuato. Finivo sempre per essere quella che regolarmente rappresentava la scuola ai concorsi letterari. Ma a me di quello non importava poi molto. 
Credo che cio' che colpisse,specialmente gli adulti, dei miei elaborati non fosse certo una particolare forma di scrittura sofisticata e fluente quanto la particolarita' dei contenuti. Il foglio bianco per me era l'inizio di una riflessione. Non scrivevo mai se non dopo aver riflettuto e ponderato esattamente su cosa volevo veramente trasmettere. Li' dentro esprimevo me stessa, con le mie opinioni, i miei ragionamenti. Li' dentro c'era l'implicito invito ai lettori a fare altrettanto. Ricordo che in prima media ci assegnarono un tema per un concorso in occasione dell'Anno internazionale del fanciullo. Molte insegnanti vollero una copia del mio per se'. 
Ma si sa, spesso sul nostro cammino di vita possiamo trovare numerosi fattori di distrazione che distolgono da cio' che sei veramente, anche fino a fartelo dimenticare del tutto. E cosi' dopo il liceo scientifico mi ritrovai "matura", ma con cucito addosso un senso di costrizione e di forzatura tali che non potevo nemmeno piu' concepirmi a frequentare una normale, tradizionale, inquadrata facolta' universitaria esistente all'epoca. Cosi' nel cercare qualcosa di creativo che pero' potesse essere finalizzato ad una professione (che tradotto era: che ti facesse stare con i piedi per terra) scelsi di frequentare una scuola triennale di pubblicita'. Naturalmente l'ultimo anno volli specializzarmi come copywriter. 
Ma.. sorpresa! Non ero per nulla quella che si distingueva e le idee sui testi non mi venivano cosi' facilmente e quello che mi veniva non entusiasmava ne' me ne' l'ambiente competitivo, edonistico e molto spesso superficiale della Milano anni '80 in cui mi trovavo. 
Ancora una volta avevo perso me stessa. L'insegnante del corso di scrittura creativa non si risparmiava in critiche pesanti di fronte a nessuno. Ho scritto che non mi distinguevo? Ecco, forse non e' esatto. Meglio dire che non ero all'altezza in quel campo. Perche' invece ancora una volta io mi sentivo diversa. Un giorno l'insegnante ci assegno' un esercizio creativo in classe. Dovevamo semplicemente guardare fuori dalla finestra ed elencare di getto cio' che ci veniva in mente, senza pensarci piu' di tanto. Quando fu il momento di confrontarci mi resi conto di aver fatto qualcosa di completamente diverso rispetto agli altri: non meglio, non peggio ma diverso, unico. Una volta sottoposto il mio esercizio all'insegnante vidi il suo viso esprimere un certo disgusto. Dopodiche' mi disse: "Con il tuo stile tu non farai mai pubblicita'!" Frustrata, confusa  ma desiderosa di risposte la incalzai immediatamente: 
"E quindi con il mio stile cosa potrei scrivere?" Lei rilesse il mio testo, aggrotto' la fronte e poi con aria sufficiente rispose: "Canzoni. Tu puoi scrivere canzoni."
Ero frastornata. Non riuscivo a capire cosa mi stesse capitando, cosa tutto questo significasse. E quindi? Chi ero? Dopo essere comunque riuscita a diplomarmi ebbi la benedizione di formare la mia famiglia. Divenni mamma a tempo pieno. Viste le difficolta' incontrate, soprattutto economiche, vissi un momento difficile. Mi ricordo ancora di essermi svegliata per diverse notti con l'impulso di dover prendere carta e penna e scrivere favole e filastrocche per mia figlia. Ma ancora non mi rendevo conto che, anche se da me sepolto e dimenticato, si trattava di qualcosa che faceva parte di me: era solo li' nascosto da qualche parte. 
Dopo che il Signore decise che era ora che la mia vita cambiasse e diventai membro della Chiesa di Gesu' Cristo dei Santi degli ultimi giorni, ebbi la possibilita' di scrivere discorsi, messaggi, idee, qualche pagina di diario, ecc. 
Credo pero' non mi rendessi ancora conto di nulla. Questo fino ad ottobre 2010. Avevo passato un momento della mia vita in cui ero arrivata al punto di credere di non saper fare piu' nulla. Dovevo trovare la forza di uscire da quella situazione. Dovevo affidarmi al Signore e desideravo servirLo. Sapevo che nonostante la salute, il tempo, ecc Lui avrebbe esaudito le mie preghiere. Da qualche parte dovevo iniziare. E cosi' mi ritrovai a riflettere sulle piccole cose che ero in grado di fare. E mi venne in mente il "mio" scrivere. Dovendo stare parecchio tempo a casa e spesso non con uno stato di salute fantastico (ero come un'auto perennemente in riserva) cominciai ad utilizzare la scrittura utilizzando i social, la posta elettronica, ecc. Come dicevo, l'ottobre del 2010 segno' una svolta nella mia vita. L'essere invitata con la mia famiglia alla cerimonia per il futuro tempio di Roma instillo' in me il desiderio di documentare tutto: la preparazione spirituale, gli avvenimenti, le emozioni, le testimonianze. 
Da li' iniziai seriamente a scrivere il diario. Lo scopo principale era poter lasciare un'eredita' spirituale per la mia famiglia attuale e futura. La gioia sempre maggiore di utilizzare un talento per aiutare  qualcun altro ha prodotto in me nel tempo anche sempre maggiore desiderio di continuare a trovare anche sempre nuovi modi per farlo. 
Dai discorsi al diario, dai messaggi alle lettere, da una raccolta di testimonianze a un blog fino al progetto di speciali caminetti: ma tutto sempre con uno scopo. Poter usare le parole per confortare, per consolare, per rallegrare, per rassicurare, per incoraggiare, per ispirare: in due parole,  per servire. 
Non ho potuto trovare maggior gioia nella mia vita che mettere un "mio" (non c'e' nulla di mio) talento al servizio del Signore. Attraverso tutto questo non mi perdo piu' ma anzi mi ricordo chi sono. 
Le parole non sono mie. Sono Sue. 
Il mio compito e' di essere all'altezza di poterle leggere nel cuore, arrivate li' tramite il filo con il cielo che mi lega al mio Maestro. 

Eleonora



Ps : E le canzoni? 
Le ho scritte. Aspetto solo che il Maestro aggiunga la musica. :)