mercoledì 25 dicembre 2019

Un Natale da non dimenticare




Non è Natale se non ci sono i tortellini fatti in casa dalla mia mamma.
Non è Natale se non c'è il brodo di cappone.
Non è Natale se non si mangia l'insalata di polpo.
Non è Natale se non c'è il prosciutto crudo di Parma.
Non è Natale se non c'è il salame di Felino.
Non è Natale se non c'è il fois gras.
Non è Natale se non c'è il gorgonzola con mascarpone e noci dell'Esselunga.
Non è Natale se non c'è la mia speciale insalata russa condita con aceto balsamico.
Non è Natale se non ci sono cipolline agrodolci, carciofini sott'olio, cetriolini.
Non è Natale se non c'è il pane mantovano.
Non è Natale se non c'è il mio vitello tonnato fatto con il magatello della macelleria di fiducia.
Non è Natale se non c'è la faraona ripiena della nonna Mariuccia.
Non è Natale se non c'è il cocktail con Sprite, arancia e melagrana.
Non è Natale se non c'è la crema al mascarpone per il pandoro di Mick.
Non è Natale se non ci sono le tartine al salmone.
Non è Natale se non c'è il torrone.
Non è Natale se non ci sono i datteri freschi.
Non è Natale se non ci sono pistacchi, nocciole, noccioline, noci.
Non è Natale se non c'è ananas, melagrana, avocado, arance, clementine.
Non è Natale se non ci sono i fichi secchi.
Non è Natale se non c'è pandoro e panettone.
Non è Natale se non c'è la mia bavarese di pandoro ai mandarini.
Non è Natale se non c'è l'insalata mista con arance, chicchi di melagrane.
Non è Natale se non ci sono i cioccolatini.
Non è Natale se non ci sono i biscottini di Anna Bisi.
Non è Natale se non c'è il giorno dopo il tacchino Di Berardino con le prugne e le mele.
Non è Natale se non si fanno le casette di biscotto di zenzero decorate di dolci.
Non è Natale senza il panpepato ricetta di Olevano Romano.
Non è Natale se non siamo o a casa nostra o dai miei.
Non è Natale se non ci sono tanti piccoli pacchetti a sorpresa da scartare.
Non è Natale se non si gioca a tombola tutti insieme da nonna Paola.
Non è Natale se non mi diverto a fare più  regali possibili agli altri.


Non è vero nulla della lista di sopra.



Spesso ci attacchiamo a cose del mondo spacciandole per tradizioni che ci siamo creati e  andiamo in crisi se ci mancano o se  qualcosa non va o non è perfetta come vorremmo.
Quest'anno me ne sono resa conto in modo più profondo.


Ho provato una pace e una serenità indescrivibile, nonostante tutto.
La nostra famiglia ha ricevuto tanto e tanto amore tramite
parole, gesti ed atti di grande generosità anche anonima.
Ci siamo sentiti avvolti nell'amore di Dio.
E per questo oggi per me sarà sempre un Natale da non dimenticare.

Non è Natale se non c'è Gesù Cristo.

E solo questo è vero.



Un abbraccio natalizio

Eleonora 







Little lamb by Jenedy Paige



#SiiUnaLuce 
#LightTheWorld
















domenica 22 dicembre 2019

Addobbati di significato






"Mamma, perchè non facciamo l'albero con le palline come tutti gli altri?
Così  ha esordito anche quest'anno mia figlia.
Ma il nostro albero, quello della famiglia Di Berardino, non è "come tutti gli altri" perchè è diventato una tradizione speciale per noi: non ha le classiche palline ma posso dire che è addobbato di significato.
Budapest, dicembre 1990.
Molto arriva quella vacanza.
Il muro di Berlino era caduto solo da pochi mesi e più frontiere si aprirono. Per quella ragione, io e mio marito, allora fidanzati, quell'anno scegliemmo la suggestiva Ungheria come scenografia per il  nostro Capodanno. Quello fu come un viaggio indietro nel tempo, in una realtà più difficile ma più semplice, ancora non contaminata dal troppo sfarzo, dal troppo cibo, dal troppo tutto.
Ricordo ancora le finestre da cui splendevano calde ma fioche le luci degli alberi di Natale, alberi molto semplicemente decorati con sobri ornamenti  e piccole caramelle avvolte in carte argentate.
Per non parlare dell'atmosfera di grande riverenza e raccoglimento durante la funzione nella cattedrale di San Mattia con in sottofondo violini e canti gregoriani.
L'impatto fu intenso e mai dimenticato tanto che dopo la nascita della nostra seconda figlia quel desiderio di semplicità ritornò.
E ci inventammo un albero decorato con biscotti allo zenzero.
Da allora è diventata la nostra tradizione.
E garantisco che ogni anno fare questo albero mi fa dimenticare il mondo e ottiene su di me l'effetto che voglio che faccia: stare lì a ricordarmi il vero significato del Natale.
Da quando lo monto, allo sfornare i biscotti insieme, ogni ha un significato simbolico.

L'ALBERO : le radici, i rami, le radici, la genealogia, la famiglia, i legami eterni.

I BISCOTTI ALLO ZENZERO : gingerbread. perchè Lui è il pane della vita, il Sacramento, la Sua                                                          parola è ciò di cui cibarci per avere la vita eterna.
                                                      Lo zucchero ed il miele nei biscotti mi ricordano la dolcezza del                                                            messaggio del Vangelo.

CUORI, STELLE, ANGELI : le forme dei biscotti sono simboli della Natività e del Suo amore per                                                       essere sceso tra noi.

LE LUCI : Lui è la Luce e noi dobbiamo essere una luce.

I BIGLIETTINI CON L'IMMAGINE DI CRISTO :   celebriamo la Sua nascita. Sul retro abbiamo                                                                                            scritto perchè gli siamo grati

L'ORO: fili, festoni e stella sulla cima sono in oro.
              L'oro è perchè Lui è il Re. e noi essendo Suoi figli non dobbiamo dimenticare che siamo di
              nobile retaggio.


Possa lo spirito del Natale far si che soprattutto i nostri cuori possano essere addobbati al meglio,
rivestiti di ornamenti preziosi come umiltà, compassione, fraternità e carità.


E come ci fa osservare uno slogan di questo periodo


"Non sono gli alberi a fare il Natale, 
                                                                ma le persone"



Un abbraccio e un augurio di un lieto e significativo Natale.

Eleonora









sabato 4 maggio 2019

Normale





Ma poi che cosa vuol dire normale???
E rispetto a che?
Forse ci vorrebbe un termine di paragone. Ma con cosa?

L'etimologia della parola normale è da ricondursi al latino norma,
sostantivo che indica la squadra (detta anche regola), lo strumento utile 
a misurare gli angli retti, da cui normalis=perpendicolare, retto.
Pertanto, si deduce come l'idea di normalità richiama quella di rettitudine, 
di esattezza, di regolarità. 
Ha come sinonimi abituale, comune, consueto, logico, giusto, equo.
In medicina è sinonimo di sano,naturale.


Giusta e corretta definizione da vocabolario.
Cioè ..normale.
Ma insoddisfacente per me.
Così ecco ho trovato qualcosa la cui riflessione apre certamente un varco più ampio.

"E così, a undici anni, mi sono ammalata. Sono caduta in depressione.
Ho smesso di parlare. E ho smesso di mangiare. Nel giro di due mesi ho perso 
una decina di chili.
In seguito mi hanno diagnosticato la sindrome di Asperger, il disturbo ossessivo-compulsivo 
e il mutismo selettivo. In pratica significa che parlo solo quando mi sembra necessario.
Per esempio, adesso.
Per quelli che, come me, ricadono nello spettro autistico, le cose sono sempre bianche o nere.
Non siamo molto bravi a mentire e di solito non ci interessa molto partecipare al gioco sociale
che sembra appassionare tanto il resto di voi.
Penso che, da molti punti di vista, noi autistici siamo quelli normali,
e quelli strani siete voi."

                                 dal discorso per TedX del 24 novembre 2018
                                      di Greta Thunberg (allora quindicenne)
                                    candidata al premio Nobel per la pace 2019

Nella nostra vita potrebbe essere che le cose non vadano "normalmente" come per tutti gli altri,
non per colpa o merito, ma semplicemente perchè a noi è toccato così.
E sarebbe molto triste pensare che il Padre Celeste ci consideri "normali" quando invece tutto
dimostra che per Lui ognuno di noi è speciale.

Quindi adesso... chi sono i normali? ;)

Un abbraccio

Eleonora




















giovedì 21 marzo 2019

La bellezza e Tarzan





Da Tarzan di Edgar Rice Burroughs


A dieci anni era forte come un uomo normale di trenta, e molto più agile dell'atleta meglio allenato. E la sua forza cresceva di giorno in giorno.
Fino ad allora la sua esistenza tra quei fieri compagni era stata felice; non ne ricordava un'altra, e credeva che nel vasto mondo ci fossero soltanto la sua immensa foresta e gli animali selvatici della giungla.
Dopo i dieci anni cominciò ad accorgersi della differenza che c'era fra lui e i suoi compagni.
Il suo piccolo corpo, abbronzato dal sole e dalle intemperie, cominciò d'un tratto a ispirargli una gran vergogna, così senza peli, come quello di un serpente o di un altro rettile.
Cercò di rimediare, impiastricciandosi da capo a piedi col fango; ma il fango presto si seccava e cadeva; e poi gli dava tanta noia sentirselo addosso che preferì la vergogna al fastidio.
Sull'altipiano frequentato dalla tribù c'era un laghetto, dalle acque chiare e immobili; qui Tarzan vide per la prima volta il suo volto.
Fu in un giorno di gran sole, nella stagione senza piogge. Era sceso a bere alla riva, insieme con uno dei suoi cugini. Mentre entrambi si sporgevano verso l'acqua, apparvero, l'uno accanto all'altro nello specchio liquido, i due volti: l'orribile muso dello scimmione e i fini lineamenti del nobile rampollo di un'antica famiglia dell'aristocrazia inglese.
Tarzan rimase avvilito. Era già una cosa assai brutta non aver peli; ma avere per giunta una faccia come quella! Si domandava come le altre scimmie potessero guardarlo senza disgusto, con quella piccola fessura che era la sua bocca, e quei dentini bianchi così piccoli e deboli! Che figura meschina, accanto alle grosse labbra e alle zanne potenti dei suoi fratelli più fortunati!
E quel nasino, così piccolo e sottile! Tarzan arrossì nel paragonarlo alle larghe narici del suo compagno. Quello era un naso! Eccolo là: occupava mezza faccia. < Che cosa invidiabile essere belli!> pensava il povero Tarzan.
Ma quando passò ad esaminare gli occhi, oh, allora fu il colpo finale! Una macchia scura, un cerchio grigio, e poi quel bianco! Che orrore! Nemmeno i serpenti avevano degli occhi brutti come i suoi.



Tarzan. Un personaggio così lontano dal mio mondo e da quello di moltri altri.
Il suo concetto di bellezza esula di certo i miei canoni. A molti occhi il suo pensiero appare assurdo e risibile. Eppure ciò che prova in queste righe ci riguarda tutti.
Non è mai forse capitato almeno una volta ad ognuno di noi di sentirsi in qualche modo inadeguato, indesiderato, ..brutto?
E paragonandoci agli altri sentirci inferiori non  avendo dimenticato o non conoscendo il nostro nobile retaggio divino?
E abbiamo provato vergogna?


"Se scegliamo di concentrarci sul bene, di confidare nel Signore e nella Sua Espiazione, e accettiamo e impariamo dalle nostre imperfezioni, possiamo abbandonare le aspettative non realistiche riguardo a noi stessi e cercare il bene e le felicità. Ci sentiremo in pace con le nostre imperfezioni e troveremo conforto nell'amore redentore di Dio. Avremo gioia nel cuore, sapendo che il piano di salvezza potrà ricondurci al Padre Celeste, se facciamo del nostro meglio, pur essendo imperfetti, per essere degni di vivere di nuovo con Lui."

(Trovare pace nelle imperfezioni - Elizabeth Lloyd Lund
https://www.lds.org/study/liahona/2017/02/young-adults/finding-peace-in-imperfection?lang=ita)


Sorella Elaine S. Dalton nel 2010 raccontò di quando ancora giovane donna andò a casa di presidente McKay

"..si appoggiò allo schienale della sedia, prese la mano di sua moglie e disse:
-Adesso, giovani donne, vorrei che incontraste la mia regina-.
Seduta lì accanto a lui c'era sua moglie, Emma Rae McKay. Sebbene non indossasse una corona di scintillanti diamanti, nè fosse seduta su un trono, io sapevo che lei era una vera regina.
I suoi capelli bianchi erano la sua corona e i suoi occhi puri splendevano come gioielli.
Quando il presidente e sorella McKay parlarono della loro famiglia e della loro vita insieme, le loro mani intrecciate dissero tutto sul loro amore. I loro volti irradiavano gioia.
La sua era una bellezza che non può essere acquistata.
Era il risultato di anni di ricerca dei doni migliori, dell'ottenere una buona istruzione, della ricerca della conoscenza tramite lo studio e tramite la fede. Era il risultato di anni di duro lavoro, del sopportare fedelmente lemprove con ottimismo, fiducia, forza e coraggio. Era il risultato della sua risoluta devozione e fedeltà al marito, alla famiglia e al Signore.
Quel giorno di autunno ad Huntsville, nello Utah, mi fu rammentata la mia identità divina e compresi quella che ora chiamo bellezza profonda, il tipo di bellezza che splende da dentro.
E' il tipo di bellezza che non può essere dipinto, creato chirurgicamente o comprato.
E' il tipo di bellezza che non si lava via. 
E' fascino spirituale. La bellezza profonda proviene dalla virtù. (...)
E' una bellezza che si acquisisce tramite la fede, il pentimento e il rispetto delle alleanze."

(Ricordate chi siete! - Elaine S. Dalton conferenza generale aprile 2010
https://www.lds.org/general-conference/2010/04/remember-who-you-are?lang=ita&country=ch)



Un abbraccio con liana. :)


Eleonora








Credit to https://characterdesignreferences.com/art-of-animation-6/art-of-tarzan

Matite




Ero anch'io là, per caso, il giorno in cui nel negozio in cui lavora la mia amica Paola è stato consegnato un pesante scatolone donato da un'azienda che fabbrica matite. Nell'aprirlo siamo rimaste entrambe spiazzate nel constatare che la scatola conteneva  centinaia di matite.. grigie.
Grigie e solo grigie.
Cosa se ne poteva fare?
Anche se erano tante, il colore era uno solo (oltretutto non certo uno dei più "allegri") e questo anche nell'insieme praticamente ne azzerava il valore.
mi ha fatto riflettere.
Non siamo forse anche noi come matite colorate?
E non è forse vero che il Padre Celeste ha creato ognuno di noi di un diverso colore?
Altrimenti come si potrebbero realizzare meravigliosi disegni con le nostre vite?
E a quale gloriosa opera assisteremmo se fossimo stati tutti grigi?
Invece siamo fatti di tanti colori.
Non nascondiamoli.
Ma illuminiamoli facendo brillare quella luce dentro di noi che viene dal nostro retaggio divino.


Ma io vedo i tuoi colori veri
che risplendono dentro di te
vedo i tuoi colori veri
ed è per questo che ti amo
quindi non avere paura di mostrarli
i tuoi colori veri
i colori veri sono belli
come un arcobaleno.

(dalla canzone True colors)




"Nei nostri volti viene una luce sacra quando abbiamo un legame personale con il nostro amorevole Padre Celeste e Suo figlio, il nostro Salvatore e Redentore. 
Con questo legame i nostri volti rifletteranno < la sublime rassicurazione> che Egli vive."

                         (da La luce nei loro occhi - James E. Faust
https://www.lds.org/general-conference/2005/10/the-light-in-their-eyes?lang=ita&country=de)



Un abbraccio.

Eleonora






lunedì 25 febbraio 2019

25 febbraio o 20 aprile?




Febbraio 2016.
Una notte insonne. 
Una delle tante.
Alzarsi dalla disperazione perchè non si riesce più a rimanere a letto.
Decidere di ascoltare qualcosa.
E imbattersi in una nuova canzone... che è amore assoluto al primo ascolto.
Una delle canzoni più sorprendentemente vicino a me che abbia mai ascoltato.


Partirò senza dire niente
Un soffio leggero tra la gente
Non si può volare senza avere un cielo
Che cielo sceglierai tu?
Ti alzerai senza far rumore
Saluterai il sole con amore
Non conta troppo essere forti ma sentirsi vivi sì
Quante volte abbiamo corso insieme per farci graffiare dal vento
Per sentire se ancora c'era qualcosa dentro
Quante volte abbiamo pianto sciogliendoci sotto il sole
Come i gelati in estate che bagnano le parole
Alzati che è vero non esiste un’altra volta
Qui c’è il mare che ti aspetta e l'azzurro ti circonda
Tendimi le mani e non aver paura mai
Io sono con te
Tu resti con me
Qui con te e sempre con me
Sanguinerà anche questa gioia
Ferirsi a volte può aiutarti più di stare bene
E non temere di essere sola
Quando sei solo sei tutto per te
Alzati che è vero non esiste un'altra volta
Qui c’è il mare che ti aspetta e l’azzurro ti circonda
Tendimi le mani e non aver paura mai
Io sono con te
Tu resti con me
Qui con te e sempre con me
Finestre aperte, cieli d’estate da desiderare
E quel sorriso dentro al cuore che ti dice andrà tutto bene
Finestre aperte, cieli d’estate da desiderare
E quel sorriso dentro al cuore che ti dice 
Andrà tutto bene, andrà tutto bene
Qui con te e sempre con me

Trovo questo testo nella sua semplicità magnifico.
Ci siamo ritrovate in pieno, io e la mia bambina interiore che spesso maltratto come fosse una bimba capricciosa ma che invece spesso, come me, è solo impaurita ed ha bisogno di essere amata ed incoraggiata brillare di luce propria.  Non dimenticherò mai la spinta di gioia che ebbi quella notte. Il mio amorevole Padre mi ha aiutato sulle note di una canzone che, per come mi appartiene, idealmente potrei chiamare anche con la data del mio compleanno.

Grazie Padre Celeste.
E grazie Francesca, buon compleanno a te!!!


"Devi prendere per mano il bambino che sei stato  
e lasciare che lui ti insegni come si fa a credere nei sogni e nell'amore""

                                                                    Marc Levy


Un abbraccio


Eleonora



sabato 23 febbraio 2019

Undercover Lord



Alla tv mi piace guardare quel tipo di programmi che ti lasciano qualcosa di buono, che ti riconciliano con il mondo, che ti ricordano di quante persone onorevoli e degne di lode ne è ancora popolato. Quelle storie che alla fine ti scatenano spesso anche la lacrimuccia.
Uno di quelli è senz'altro Undercover boss.
Il format prevede che in ogni puntata ci sia il manager o titolare di una grossa azienda ( solitamente con fatturati milionari) che dopo essere stato sottoposto a una trasformazione totale (trucco, abbigliamento ecc.)) vada sotto copertura tra i suoi dipendenti spacciandosi per uno di loro.
Si mette al loro livello, svolge le loro stesse mansioni (di solito le più umili).
In questo modo riesce non solo a comprendere punti forti e deboli dell'azienda ma, attraverso un'attenta osservazione ed ascolto, arriva a conoscere le toccanti storie personali dietro alle uniformi del lavoro. Il finale strappalacrime è quando il "boss" convoca le  persone e rivela la propria identità elargendo premi, gratifiche  ed aiuti di ogni tipo in base alla situazione.
Molti si auspicano che a loro possa un giorno succedere qualcosa di simile.
In realtà questo  già succede.....


31 «Ora, quando il Figlio dell'uomo verrà nella sua gloria con tutti i santi angeli, allora si siederà sul trono della sua gloria. 32 E tutte le genti saranno radunate davanti a lui; ed egli separerà gli uni dagli altri, come il pastore separa le pecore dai capri. 33 E metterà le pecore alla sua destra e i capri alla sinistra. 34 Allora il Re dirà a coloro che saranno alla sua destra: "Venite, benedetti del Padre mio; ricevete in eredità il regno che vi è stato preparato sin dalla fondazione del mondo. 35 Poiché ebbi fame e mi deste da mangiare, ebbi sete e mi deste da bere; fui forestiero e mi accoglieste, 36 fui ignudo e mi rivestiste, fui infermo e mi visitaste, fui in prigione e veniste a trovarmi". 37 Allora i giusti gli risponderanno, dicendo: "Signore, quando ti abbiamo visto affamato e ti abbiamo dato da mangiare? O assetato e ti abbiamo dato da bere? 38 E quando ti abbiamo visto forestiero e ti abbiamo ospitato? O ignudo e ti abbiamo rivestito? 39 E quando ti abbiamo visto infermo, o in prigione e siamo venuti a visitarti?". 40 E il Re, rispondendo, dirà loro: "In verità vi dico: tutte le volte che l'avete fatto ad uno di questi miei minimi fratelli, l'avete fatto a me".

                                                                                               (Matteo 25:31-40)





Il nostro Salvatore è sceso in mezzo a noi, anche al di sotto di tutti noi. Ha sofferto per amore di ognuno di noi di cui  ne conosce la storia uno per uno.
Il nostro amore per Lui può essere dimostrato giusto attraverso l'amore per i nostri fratelli.
E alla fine Lui, che conosce così bene i nostri cuori, i nostri sforzi, i nostri limiti, sarò lì pronto a difenderci, ad accoglierci. a premiarci con il Suo amore.
Un grande e meraviglioso Undercover Lord.



"Cominciando da oggi,
tratta chiunque incontri 
come se dovesse morire entro mezzanotte.
Elargisci tutte le cure, la gentilezza e la comprensione di cui sei capace,
e fallo senza pensare a qualsiasi ricompensa.
La tua vita non sarà più la stessa."

                              Og Mandino




Un abbraccio


Eleonora

















martedì 19 febbraio 2019

Sto imparando!



Mattino.
Di certo oggi non mi illumino 'immenso.
Eh no Ele: basta divano!
Basta con quella tentazione di lasciarsi andare al torpore, all'apatia che blocca tutto tranne la mente.
Anzi.
Come inizia a volare la mente in questo stato, riesce a fare anche due giri completi del mondo alla velocita' della luce.
Aiuto.
Voglio scendere.
Ho paura di cadere e farmi molto, molto male.
Ma per fortuna non sono sola.
Non lo sono mai.
Nella misericordia di un premuroso Padre Celeste rammento a me stessa che sono attaccata a una barra di ferro.
Oggi ho finito 2Nefi.
Sono al sicuro: grazie Padre Celeste.
Cosi decido di usare quel briciolo di volonta' rimasta per reagire ed alzarmi.
Lentamente parto.
Mi approccio a riorganizzare gli scaffali della libreria e nello spostare l'attenzione sui gesti da compiere comincio a lasciare le preoccupazioni, I pensieri martellanti.
E succede un piccolo miracolo.
Li' in mezzo ritrovo una spilla di latta: mi era stata regalata da Daniela, un'amica che lavora nel negozio di videogames preferito dei miei figli.
Questa spilla viene fatta indossare in negozio dai dipendenti da poco assunti, inesperti.
Infatti porta la scritta: STO IMPARANDO!
Me la sono puntata al petto e mi sono sentita felice.
Da lassu' il messaggio e' arrivato.
Ancora una volta il Padre Celeste nella Sua tenera misericordia mi ha ricordato un principio importantissimo:
a volte ce la facciamo, a volte no.
E questo perche' tutti noi figli di Dio che viviamo su questa non siamo perfetti.
Siamo inesperti.
Stiamo tutti imparando.
Quando e' particolarmente dura, quando e' faticoso, quando inciampiamo, quando ci sentiamo inadeguati, a disagio... appuntiamo la nostra spilla e riconosciamola anche negli altri.
E' il modo piu' amorevole e gentile che nostro Padre e guida Celeste possa fare per aiutarci ad amare e perdonare noi stessi e ad amarci e perdonarci l'uno con l'altro.

Un abbraccio

Eleonora