martedì 9 giugno 2015

Uno spazio bianco

Questo e' qualcosa che e' successo a Tiziano, un amico.
E' qualcosa che lui ha voluto condividere pubblicamente e per questo motivo gliene sono grata. 
Perche' davvero merita. 
Perche' davvero riguarda tutti.


"Ora che mi e' passata un po', posso raccontarla. Ieri mattina stavamo andando a Lisanza per il corso di vela, io e Ale, il mio piccolo di 10 anni. Poco prima di arrivare una Punto davanti a noi  improvvisamente inchioda e accosta malamente. Ho cercato di evitarla spostandomi sulla destra ma il tizio ha spalancato la portiera. Sono riuscito a frenare a pochissimo. Gli ho suonato e lui senza nemmeno guardarmi mi ha gridato: "Non rompere i c*******!". Ora, con il piccolo vicino mi sono trattenuto limitandomi a dirgli: "Ma sei scemo?!" Poi lo vedo allontanarsi verso il prato vicino con le mani sulla testa. Io ho dovuto fare manovra perche' non riuscivo a passare e avevamo bloccato il traffico. Nel frattempo ho detto qualcosa che non ricordo.. La donna seduta a fianco del guidatore e' scesa, si e' avvicinata al mio finestrino e mi ha detto: "Ci scusi, ci e' arrivata una telefonata, e' successo un incidente: nostra figlia e' morta."
Sono appena riuscito a dirgli: "Mi dispiace" ma aver insultato quel povero padre mi ha fatto sentire male come non mai. 

Poi aggiunge: 

"Morale: penso di essere una persona che tende a giustificare i gesti e le parole altrui anche quando si fa fatica. 
Bene. Non lo faccio abbastanza."

Ho pianto. Dopo averlo letto ho pianto. Ho scritto al mio amico che mi sono commossa. Ma e' stato di piu'. Ho avuto un sentimento tipo: "Ele, scendi dal piedistallo e guardati intorno" 
Avrei voluto scrivere il mondo prendendo spunto da questo fatto. 
Ma invece lascio uno spazio bianco. Che ognuno di noi possa in questo spazio bianco fermarsi, riempirlo con la propria riflessione e guardarci intorno, per capire cosa e dove vogliamo che la nostra strada ci porti. Abbiamo sempre bisogno dello spazio bianco per ricordarci che non facciamo abbastanza. 












Eleonora. 


Photocredit by www.billemory.com