sabato 26 marzo 2016

Trasformare le ferite



Devo dire profondamente grazie a una persona in particolare oggi. 
Non la conosco. Si chiama Luisa Luce Campana (ehi, per una curiosa coincidenza porta il mio stesso cognome 😃) e condivide sempre pensieri positivi e ispirativi. Un paio di giorni fa ho letto qualcosa che mi ha indotto a riflettere e a  non trattenere tutto questo solo per me.
Tutto parte da una frase di Lucia Giovannini tratta dal suo libro Il potere delle domande. 

"Nel Kinsugi ogni crepa, anziche' venire nascosta, e' messa ben in evidenza e valorizzata. Nella cultura giapponese si crede infatti che, quando qualcosa ha subíto una ferita e ha una storia, diventa piu' bello."

Luisa scrive: 

"Un vaso che cade e va in frantumi. 
I pezzi sparsi sul pavimento e noi chinati a raccoglierli pensando che ormai quell'oggetto sia irrecuperabile. 
Lo e' davvero? Oppure abbiamo solo imparato che da qualcosa andato in frantumi non si possa ricavare qualcos'altro di ancora piu' bello? 
Esiste un'antica pratica che valorizza riempiendo d'oro ogni frattura come il segno di una grande esperienza che porta cambiamento e ricchezza. 
Accade questo anche nella nostra cultura? Purtroppo no. 
Viviamo in una realta' che nasconde ogni cicatrice, del corpo e dell'anima. Ci hanno insegnato a vergognarci di quei segni che, memoria di una esperienza di vita, attraversano il corpo. 
Ci hanno insegnato ad avere necessita' di nasconderci senza manifestare le tracce di sofferenza e solchi che attraversano l'anima. Quasi come se la vita dovesse essere una linea retta fatta di eventi stabiliti a tavolino, e non una esperienza straordinaria quale realmente e'. Come cambierebbero le cose se considerassimo quelli che chiamiamo difetti, cicatrici, dolori impossibili da superare come segni unici della nostra esclusivita'? Come sarebbe cambiare lo sguardo attraverso il quale osserviamo la nostra vita? Aggiustare un vaso incollandolo con l'oro e' l'espressione di una esaltazione del valore unico di quell'oggetto. Anche noi siamo UNICI. 
Non e' mai esistito e mai esistera' nessuno uguale a noi. Sta in questo la nostra bellezza vera. 
Quando ci amiamo, quando impariamo a farlo profondamente, riempiamo di oro, di luce, il nostro corpo e la nostra anima."

L'immagine del vaso rotto mi ha rimandato allo splendido discorso sulla depressione e le malattie mentali tenuto da anziano Holland durante la conferenza generale di ottobre 2013. 

"Quindi qual e' la vostra migliore reazione quando le difficolta' mentali o emotive assalgono voi o chi amate? 
Innanzitutto, non perdete mai la fede nel vostro Padre Celeste, che vi ama piu' di quanto possiate comprendere. (..)
Questo amore non cambia mai. (..)
E' a vostra disposizione quando siete tristi o quando siete felici, quando siete scoraggiati o quando sperate qualcosa. 
L'amore di Dio e' li' per voi, che (pensiate di meritarlo) o meno. E' semplicemente sempre li'. (..) Confidate in Dio. Aggrappatevi al Suo amore. Sappiate che un giorno l'aurora spuntera' luminosa e tutte le ombre della mortalita' fuggiranno. Anche se possiamo sentirci simili ad un -vaso rotto- come disse il salmista, dobbiamo ricordare che il vaso 
e' nelle mani del vasaio divino."

Oggi 26 aprile 2016, giorno prima della Santa Pasqua, non posso che rendere omaggio al mio Padre Celeste e al mio Salvatore che, per avere donato la Sua vita, ha dato a tutti noi la possibilita' di avere la felicita' eterna. 
Per Lui nessuno e' un "vaso rotto" ma considera ognuno un vaso prezioso. 
Attraverso le sue ferite ora  ricoperte d'oro Lui riempie d'oro anche le mie. 

Grazie!!!! 

Eleonora 

Ps Qui potete trovare l'intero discorso di anziano Jeffrey R. Holland




Photocredit by www.eticamente.net


 

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