venerdì 27 febbraio 2015

Un dono

Arrivare a 46 anni, alzarsi una mattina e sentire la tua voce in testa che ti dice: "E' un incubo. E' crollato tutto." Guardarsi indietro e sentirsi mancare come se avessi costruito la tua casa sulla sabbia. E cominci a pensare che hai sbagliato questo. quest'altro.. fino a che la lista diventa lunga quanto un'autostrada. Ti chiedi dove sei finita, come hai potuto arrivare a questo, che stai rovinando la vita delle persone vicino a te.. Lo specchio diventa qualcosa da evitare, basta un niente per toccare un punto che ti spinge volerti chiudere da qualche parte a piangere, ti addormenti magari facilmente ma se ti svegli per la tua mente la pace è finita.. Non hai respiro perchè hai il peso di una nebbia nera. E' una signora che molti conoscono: si chiama depressione. E' molto diversa dalla signora tristezza che più o meno visita tutti nella vita ma le cui visite possono essere anche davvero brevissime. La depressione è qualcosa di ben diverso, più radicato e profondo. Mi sento a disagio dover parlare di questa parte di me stessa ma desidero farlo per poter essere io stessa un aiuto. Non preoccupatevi per me: ho imparato che anche questo è un dono. Tutti gli ostacoli, le imperfezioni, le limitazioni sono dei doni.Sappiate che l'ultima parola per decidere di uscire dalla depressione spetta solo a chi ci è dentro. Senza questa decisione qualsiasi aiuto esterno diventa vano. Mi rivolgo a chi ne sta soffrendo. Qualcuno ha detto di trattare la depressione come una pausa. Si, è vero. Siamo in pausa perchè qualche equilibrio si è rotto. E non dovremmo averne paura se la consideriamo così. Significa che dobbiamo fermarci e capire cosa dobbiamo aggiustare, cosa dobbiamo cambiare. Significa che c'è un disagio, che ci stiamo impedendo di essere felici. La chiave è andare a trovare la nostra forza interiore, ovunque sia. Anche nel buio più buio ho sentito il Signore sostenermi. La certezza della Sua presenza  e del Suo amore nel mezzo dell'incertezza delle vicissitudini della vita mi ha aiutato a rimanere in piedi e a volermi attaccare anche alla più piccola briciola di forza rimasta. E questo è per chi si sente impotente perchè ha qualcuno vicino che ne soffre: sentirsi amati è davvero una grande spinta. Mi sono sempre sentita amata anche in questi mesi bui. Ho sempre avuto la certezza che se solo avessi parlato avrei avuto una folla di persone che avrebbero voluto aiutarmi in ogni modo. Ma la lotta era (ed è) con me stessa. Il disagio nel mio caso è cercare una me stessa che ho completamente perso o che forse non ho mai trovato. La depressione può essere una pausa che spinge alla ricerca. Se in questo viviamo i principi del Vangelo non possiamo che trovare noi stessi solo attraverso gli altri. Il desiderio sincero di servire, anche se veniamo a trovarci senza forze e risorse, ci aiuta a fare quel primo passetto. Anche un lungo cammino lo percorriamo comunque passo dopo passo. Quel primo passo spetta a noi. mi rivolgo ancora a chi spesso o ogni tanto va "in pausa": amate ciò che vi succede. Sfruttate tutto questo per divenire sensibili,compassionevoli, empatici, caritatevoli, comprensivi, affettuosi, discreti, solidali. Questo non farà altro che rendervi migliori.
E allora vi renderete conto che tutto questo era veramente un dono e ringrazierete per questo.
Come ho fatto io.
Un abbraccio. Eleonora






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