Sempre piu' profondamente convinta che questa vita sia un dono incommensurabile e meraviglioso e che per questo motivo si debba "impugnare" e non subire, ho fatto di un verbo la parola d'ordine di quest'anno: osare.
Osare: avere il coraggio di fare cosa che sia per se' temeraria, rischiosa, imprudente o per qualsiasi motivo ardita.
Sinonimi: ardire, arrischiarsi, fare l'eroe, provare, tentare.
La definizione di osare del dizionario e del mondo non e' la mia.
Indubbiamente e' qualcosa che implica una certa forma di coraggio, ma non e' certo quello che ti fa lanciare da un aereo con il paracadute o compiere imprese estreme che possano mettere in qualche modo a rischio la vita.
Anzi, io mi riferisco a un coraggio che la vita la difende, la celebra, la ama, la onora, la santifica, a un coraggio che nasce dall'amore, dall'ispirazione e che viene alimentato dalla fede, dalla gioia, dalla speranza, quello che ti spinge nonostante tutto e oltre il possibile.
Ho trovato esattamente cio' che intendo e che fa la differenza in una frase latina del XVI secolo:
Aude aliquid dignum
ovvero
Osa qualcosa di degno.
Qualcosa di degno.
Qualcosa per cui non ti debba vergognare.
Qualcosa per cui vai a dormire la sera leggero e pieno di gioia.
Qualcosa che fa del bene e spinge a fare del bene.
Qualcosa che il piu' delle volte e' semplice e modesto.
Qualcosa che ti fa superare la timidezza, la paura, l'insicurezza (e io so di quanto ne ho bisogno).
Che ti fa tentare ancora e ancora anche se certi giorni ti sembra di vedere piu' fallimenti che vittorie ma che almeno "ci hai tentato!".
"Osate qualcosa di degno e il vostro cuore cantera'" qualcuno ha aggiunto.
E io vorrei un giorno poter dire di aver sentito piu' volte il mio cuore cantare.
Possa io fare della mia vita
qualcosa di semplice e diritto,
come un flauto di canna
che il Signore riempie di musica.
(Rabindranath Tagore)
Parola d'ordine: osare. :)
Eleonora.
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