Davanti a un prato di trifogli non posso fare a meno di
fermare il mio sguardo per vedere di trovarci in mezzo qualche quadrifoglio. E
ne trovo tantissimi. Fin da bambina avevo questa capacità. Ricordo di averci
persino riempito quaderni interi. Ho sempre considerato questo semplicemente
una mia curiosa caratteristica fino a quando qualche giorno fa mi sono messa a cercare quadrifogli
nel prato di fronte casa con i miei bambini. Jacob, il più piccolo, ne aveva
trovati uno dietro l'altro. Non immaginavo che uno dei miei figli potesse
ereditare da me una simile
particolarità. E invece certo che poteva succedere: è una caratteristica
personale e in quanto tale la posso ritrovare nella mia progenie e a mia volta
averla ereditata da qualche antenato. La mia riflessione è continuata pensando
a che strano dono poteva essere e a cosa poteva servire. Perchè in mezzo a un
prato dove ci sono tanti elementi la mia attenzione è rivolta solo alla ricerca
di alcuni in particolare? La risposta è arrivata. Perchè da sempre io sono
quella che nota cose ma soprattutto persone
che, per un motivo o per un altro, gli altri non notano. Così in mezzo a una folla mi ritrovo a cogliere uno
sguardo impaurito, uno intristito, un sorriso ispirativo, una ricchezza d'animo..
Ecco il mio essere ricercatrice di quadrifogli. Ho compreso che a me è stato
dato di notare quelli: fa parte di me. Nel meraviglioso prato dell'umanità c'è
una grande varietà: chi si accorge di qualche quadrifoglio che la maggior parte
non nota, chi si occupa di pochi o molti trifogli. L'importante in tutto questo
è che ognuno di noi, trifoglio o quadrifoglio che sia, è seguito, vegliato,
accudito da un Giardiniere amorevole, il nostro Padre Celeste, a cui non scappa
nemmeno il più piccolo e debole dei suoi fili d'erba.
Eleonora
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